L’emergenza sanitaria causata dal covid-19 ha posto una grande sfida agli operatori che si occupano di assistenza scolastica nelle scuole perché l’aspetto relazionale, fondamentale nel percorso di assistenza, sembrava essere compromesso dal distanziamento fisico imposto dalla situazione di emergenza.
Mentre lo scorso anno scolastico si è lavorato per garantire la presenza attraverso la didattica a distanza, l’A.S. 2021-21 ha posto una nuova sfida: riprendere il servizio di assistenza in presenza, in una forma nuova che prevedeva il distanziamento e l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza in classe.
Impegnata da diversi anni nelle scuole, con servizi di assistenza scolastica, specialistica e non, per allievi con disabilità Nuova Sair nell’ A.S. 2020/21 ha garantito a 244 studenti di diversi Istituti scolastici di ogni ordine e grado tra Roma, Tivoli, Palermo e provincia, circa 3.000 ore di assistenza scolastica settimanale, grazie al lavoro di 121 operatori – OEPAC (operatore per l’autonomia e la comunicazione), AEC (Assistente Educativo Culturale), Assistenti all’autonomia, Osa, Assistenti di base, Psicologi e Educatori.
L’impegno nel garantire una continuità educativa e relazionale, la sinergia con la scuola e le famiglie, ha permesso agli operatori nelle diverse regioni di procedere con il servizio, garantendo un’assistenza su misura per ogni allievo e lavorando con loro per raggiungere gli obiettivi previsti dal piano educativo personalizzato (PEI).
Alla fine dell’anno scolastico tracciamo un bilancio attraverso l’esperienza di Loredana Longo, operatrice OEPAC Nuova Sair presso l’ I.C. Bruno Munari di Roma.
«L’esperienza dello scorso anno – commenta Loredana Longo – ci ha permesso di essere pronti a settembre e di garantire un servizio di assistenza continuativo sia in presenza, rispettando le misure di sicurezza, che a distanza, appena possibile.
Con i bambini che assistiamo – continua- è difficile mantenere il distanziamento perché loro cercano continuamente il contatto fisico che è un aspetto fondamentale per costruire una relazione di fiducia. A volte i bambini provavano a toglierci la mascherina, mostrando a loro modo la fatica e il bisogno di vedere un volto non coperto.
È stato importante spiegare loro le ragioni di questa distanza, rassicurarli, ma soprattutto trovare modi alternativi per far sentire loro una vicinanza e confermare il rapporto di fiducia.
Al termine dell’anno scolastico – conclude- possiamo dirci soddisfatti perché il lavoro di assistenza non si è mai interrotto e, in questo anno complesso e pieno di sfide e cambiamenti, i bambini hanno potuto seguire il percorso scolastico insieme ai loro compagni.»
