La tangoterapia e la terapia della bambola sono gli approcci riabilitativi di successo avviati dalla Cooperativa Nuova Sair presso la Residenza Protetta e Casa di Riposo “Fondazione CECI” di Camerano (An), che questi mesi si sono dimostrati efficaci nel migliorare la qualità della vita degli ospiti.
Il percorso di Tangoterapia, avviato a maggio da Nuova Sair e dedicato alle persone over60, nasce grazie a diversi studi che hanno dimostrano come ballare il Tango Argentino migliori equilibrio, postura, controllo e qualità del movimento, oltre al tono dell’umore. Questo tipo di terapia è particolarmente indicata per persone affette da problemi di equilibrio e del controllo del movimento come nel Morbo di Parkinson, esiti di ictus, sclerosi multipla o come esercizio moderato di ri-allenamento graduale allo sforzo (es. patologie respiratorie). Recenti studi, hanno riscontrato un significativo beneficio anche nei pazienti affetti da demenze e dal morbo di Alzheimer.
Avviata a Fondazione Ceci già lo scorso anno, la Terapia della Bambola (Doll Therapy) è nata in Svezia verso la fine degli anni Novanta e fu ideata da Britt Marie Egidius Jakobsson, una psicoterapeuta che creò la bambola per aiutare il suo bambino affetto da autismo. Lo scopo principale della Terapia della Bambola, successivamente utilizzata anche per i malati di Alzheimer e per altre forme di demenza senile, è ridurre alcuni dei più frequenti disturbi comportamentali, come il wandering, l’affaccendamento e l’aggressività, l’agitazione, l’ansia, la depressione, l’apatia e i disturbi del sonno.
Queste terapie alternative, incentrate sull’affetto, sul contatto e la relazione con gli altri, stanno dimostrando di essere davvero efficaci nel migliorare la vita dei nostri ospiti, e questo ci rende molto orgogliosi. – dichiara Monica Napau, responsabile di Nuova Sair dell’area Marche – Nei laboratori di tangoterapia, il punto centrale è l’abbraccio. Ci stupisce sempre come gli anziani si lascino abbracciare, e al tempo stesso sono stupiti quando si chiede loro di abbracciare l’altro. Il punto fondamentale è proprio questo: far capire loro che possono ricevere, ma anche dare affetto!