Sono i clown di corsia di Voghera” e gli alunni della scuola dell’infanzia di Cervesina i protagonisti di un’esperienza innovativa e coinvolgente che utilizza sia la clownterapia, sia la presenza dei bambini con la loro spontaneità come metodo per stimolare i 79 anziani ospiti della RSA Paolo Beccaria – gestita dalla Nuova Sair – tutti over 65 anni (un’ospite ha raggiunto i 104 anni di età) e che presentano situazioni di fragilità come deficit dell’autonomia personale o patologie degenerative neurologiche in particolare l’Alzheimer e il Parkinson.

 

Agli incontri con i clown di Voghera, che si tengono due volte al mese per tutto l’anno, partecipano tutti gli ospiti della struttura insieme ai loro cari, proprio per creare un clima di famiglia e di condivisione. Ad alcuni particolari momenti festivi animati dai Clown vengono invitati anche i bambini della Scuola Primaria di Cervesina e gli abitanti del paese.

I Clown portano all’interno della struttura musica, palloncini, scenette comiche e trucchi di magia e comunicano con gli ospiti per mezzo della voce, del sorriso e della mimica. In alcuni casi, infatti, la comunicazione fisica sostituisce la parola, quando essa non arriva in modo diretto, e in questo modo un sorriso, una stretta di mano, un abbraccio riescono a dare molto di più delle parole stesse.

Sono previste poi durante ogni incontro anche delle visite ai pazienti allettati, così da portare un sorriso anche alle persone che non possono partecipare all’attività di animazione insieme agli altri. I Clown sono costantemente impegnati nel trovare il modo giusto di relazionarsi: è importante che l’ospite non venga costretto solo al ruolo di spettatore, ma che riesca a partecipare attivamente allo spettacolo creato per lui.

 

 

La clownterapia – dichiara MARCO CHIARAMELLO, direttore della RSA Paolo Beccaria – è un’attività molto importante per gli ospiti con Alzheimer. Spesso la loro partecipazione alle attività proposte è passiva, invece per partecipare alla clownterapia basta un semplice sorriso.  La relazione con i clown riesce a coinvolgere anche chi non si esprime e non riesce a interagire. Un sorriso, un gesto affettuoso donati con amore possono penetrare nel cuore di tutti, anche delle persone affette da malattie mentali portando quella serenità e pace interiore che nessuna “terapia farmacologica” può dare.

Questo progetto – aggiunge CHIARAMELLO – nasce grazie alla sinergia che abbiamo creato con le risorse presenti sul territorio, in particolare con i dirigenti e gli alunni della scuola d’infanzia di Cervesina, ed è molto apprezzato dagli ospiti che partecipano attivamente ed entrano in relazione con i volontari.