Figure chiave per assicurare servizi di qualità sempre crescente, gli 80 Coordinatori di servizio Nuova Sair dislocati in tutta Italia, rappresentano l’anello di congiunzione tra le committenze e la cooperativa. Grazie alle competenze operative, all’esperienza maturata sul campo e ad un forte spirito di servizio, i coordinatori svolgono compiti delicatissimi di organizzazione, programmazione e verifica delle attività. Il loro lavoro, dunque, è direttamente collegato ai risultati raggiunti in termini di efficienza dei servizi.
«Siamo chiamati al massimo rigore organizzativo e alla più ampia flessibilità per assicurare servizi puntuali ed efficienti: attraverso il nostro lavoro riusciamo a tradurre in operatività le richieste delle committenze e a rendere ai pazienti servizi sempre efficienti» fa sapere Emilia Tacchia, coordinatrice Nuova Sair con esperienza ultra ventennale.
Emilia – che coordina il personale ausiliario e gli OSS Nuova Sair al Presidio Ospedaliero Oftalmico, presso l’Ospedale Santo Spirito, dove coordina anche il servizio Morgue, presso il Territorio della Asl Roma 1, nei Centri vaccinali e Drive In – racconta con passione tutte le difficoltà di un mestiere che comporta diversi livelli di responsabilità. «Ho i primi contatti con gli operatori molto presto al mattino e spesso il coordinamento si protrae fino a tarda sera – commenta – sento la responsabilità di garantire servizi sempre efficienti perché la nostra puntualità si riflette direttamente sui pazienti, sugli ammalati che quotidianamente assistiamo, di cui ci prendiamo cura. La stessa responsabilità che sento verso le operatrici e gli operatori, per i quali sono un punto di riferimento anche oltre il lavoro».
Così Emilia ricorda la sua esperienza durante il lockdown. «Per tutta la durata dell’emergenza sono stata accanto ai lavoratori negli Ospedali – dice Emilia – avevano bisogno di essere rassicurati: la paura di contrarre il covid e di trasmetterlo ai familiari era fortissima. Era necessario far sentire loro la presenza della Cooperativa e gli sono stata accanto, uno per uno, incoraggiandoli e ricordando loro che la nostra missione è quella di prenderci cura di chi soffre, dei malati, soprattutto in una situazione di grave emergenza come quella che abbiamo vissuto. Oggi abbiamo ripreso parzialmente l’ordinarietà ma resta il peso dei difficili mesi trascorsi in emergenza, e la soddisfazione di aver fatto tutto quello che era dovuto per essere sempre presenti ed efficienti» conclude la coordinatrice.