Équipe di fisiatri, neurologi, fisioterapisti, logopedisti e terapisti occupazionali garantiscono la presa in carico domiciliare degli ammalati.
dott.ssa Valentina Nucera, direttore medico Riabilitazione domiciliare Polo Riabilitativo Nuova Sair
Dopo l’Alzheimer il Parkinson è la malattia neurodegenerativa più diffusa in Italia: le stime della Società Italiana di neuropsichiatria parlano di 400mila malati e allertano sul trend in continua crescita dei casi. A Roma, il Polo Riabilitativo Nuova Sair è centro accreditato dal servizio sanitario regionale per le cure domiciliari anche dei pazienti con diagnosi di Parkinson e parkinsonismo, con focus sugli stadi avanzati delle malattie.
“Il Parkinson complicato e il Parkinson terminale sono il terzo e il quarto stadio della malattia, quello in cui interveniamo maggiormente per limitare i rischi connessi all’evolvere in peggioramento, migliorando la qualità di vita del paziente e allungandone le prospettive di vita” – fa sapere in occasione della “Giornata del Parkinson” la dottoressa Valentina Nucera, direttore medico della riabilitazione domiciliare del Polo Riabilitativo Nuova Sair.
L’intervento riabilitativo è indispensabile in tutti gli stadi del Parkinson. Come in tutte le malattie degenerative la precocità dell’attività riabilitativa è di fondamentale importanza e Nuova Sair interviene in tutte le fasi con équipe di qualificata esperienza in cui operano: fisiatri, neurologi, fisioterapisti, terapisti occupazionali e logopedisti.
“Il team di professionisti Nuova Sair condivide gli obiettivi e lavora in sinergia con la direzione medica. Così – prosegue Nucera – ci prendiamo cura del paziente globalmente commisurando gli interventi alle sue necessità riabilitative. Alla terapia farmacologica associamo esercizi di coordinazione, di equilibrio, di funzionalità, di allungamento e mobilitazione per migliorare le potenzialità del movimento. Con la logopedia – prosegue la dottoressa – interveniamo sul linguaggio e sulla deglutizione, insegnando al paziente le norme igieniche, le corrette posture durante i pasti e le potenzialità espressive del linguaggio. Infine, ma non ultima, con la terapia occupazionale aiutiamo il paziente a stimolare e rimotivare sé stesso nella partecipazione alle varie attività della vita quotidiana – conclude la dottoressa Valentina Nucera”.