
Il nostro cammino nella Nuova Sair ebbe inizio nel 2012 dopo aver ricevuto la diagnosi, in seguito ad alcuni importanti test. Ignoravamo il vero significato di “autismo” fino ad allora, anche perché Gabriele in quel periodo mostrava solamente il problema dell’assenza di un vero e proprio linguaggio.
Appena arrivati al centro, ci prese in carico un equipe multidisciplinare che ci spiegò come era importante concentrarci tutti insieme sul lavoro da fare per Gabriele, per fargli raggiungere diversi obiettivi.
Tutto si presentava nuovo e ci spaventava tantissimo, anche perché nessuno è preparato a dover vivere e intraprendere un tale percorso, totalmente al di fuori delle cose “normali”, e sentendo dentro di non credere a tutto, o peggio, di non farcela!
Abbiamo svolto incontri mirati, guidati dagli psicologi dai terapisti, molto spesso in compagnia di altri genitori, che vivevano situazioni mai sentite prima o ancora mai vissute.
Gabriele cresceva e con lui, la sua situazione di non poter comunicare. Aumentava la frustrazione che sfociava in episodi di nervosismo che mi facevano sentire malissimo.
In quei momenti pensavo di trovare sollievo solo nelle dottoresse che, ovviamente, ci inondavano di buoni consigli che provavamo ad ascoltare. Sembravadi stare nelle sabbie mobili, ci pervadeva la sensazione di aver fatto sforzi enormi ma di non concludere nulla, tutto sembrava contro di noi, contro di me, la scuola, la casa, addirittura la Nuova Sair! Ricordo benissimo il giorno del mio “bivio”: mollare tutti o combattere!
La mia forza, Gabriele, i terapisti, le dottoresse, ci hanno spinti verso la nostra “risalita”.
Con questo scossone che ho avuto, che mi sono data, che ci siamo dati, sonoentrata in un nuovo modo di vedere tante cose e, cercando di fare un lavoro congiunto con l’equipe, ci siamo sentiti semore più forti e abbiamo iniziato ad accogliere i piccoli miglioramenti come una grande vittoria, come un incentivo per andare avanti, preoccupandoci meno del futuro.
Il percorso inizia a casa, poi si trasmette a scuola e la Nuova Sair unice con armonia i vari interventi, come un anello che non si deve interrompere. In questo modo, cerco di dire a chi verrà dopo di noi, che in certi momenti pensa di trovarsi nel buio, che può essere ascoltato dauna famiglia che tende loro la mano, che è accanto nell’affrontare i problemi che emergono, tutti insieme.
Il nostro percorso è terminato, è passato molto tempo dal primo giorno pieno di dubbi, adesso usciamo con dei miglioramenti che sono autentiche vittorie. Sì. è vero c’è una diagnosi, ma noi la viviamo e cerchiamo, tutti insieme, di migliorare perché Gabriele è molto dipiù di tutto questo.
C’è dispiacere nel dover lasciare chi nel nostro cuore rimarrà per sempre, tutti coloro che hanno avuto cura di Gabriele, anche di me e di tutti noi.
Grazie.
Famiglia Aversa