In questi giorni di grande tensione per tutto il Paese, in cui man mano si vive alla giornata, cercando di rimanere a casa il più possibile ed evitando spostamenti che non prevedono primaria necessità non è possibile non pensare ai vari ospiti assistiti nelle RSA e nelle Case di Riposo.

All’interno delle strutture la vita continua a scorrere attraverso la quotidianità, ma all’utenza non sfugge quella sottile tensione, avvallata poi dalle notizie che entrano prepotenti dai media ma soprattutto tocca con mano la grande assenza fisica degli affetti più cari, quel sostegno che passa attraverso la carezza, la coccola e magari il regalino inaspettato.

Qui a Padova, provincia tra le prime ad essere stata colpita dalla bordata del Coronavirus, la vita sembra essersi fermata, si vive sospesi nell’attesa di una notizia…della notizia e oramai da qualche settimana per tutelare gli ospiti di Casa Breda si è decisa la chiusura alle visite esterne prima di volontari e da questa settimana e, al momento, fino al prossimo 3 aprile di tutti i familiari.

La scelta è stata sofferta e ponderata, meditata in tutti i suoi pro e contro ma alla luce del rischio a cui le persone che versano in uno stato di fragilità globale, quali sono gli utenti affetti da sclerosi multipla e sla, vanno in contro ci hanno fatto propendere verso la chiusura alle visite come scelta responsabile di tutela.

Al di là però delle razionali ragioni che ci portano a decidere provvedimenti di sicurezza ci sono persone che hanno dai 40 ai 60 anni, il cui corpo è danneggiato ma la cui forza emotiva e di pensiero è altamente preservata, e nello stare chiusi, immobili in un grande salone senza il calore della famiglia d’origine risulta ben più difficile che la malattia di per sé: questo è il pensiero che ha mosso l’educatrice ad attivare un servizio di videochiamate per poter permettere loro di vedere il volto dei loro cari.

Video-Chi-Amiamo – racconta Chiggio Federica, Educatrice Nuova Sair presso la RSA Casa Breda – vuole essere il ponte che avvicina le famiglie ai loro cari, quella mano rassicurante poggiata sulla spalla, vuole sdrammatizzare ed esorcizzare il più possibile questo nuovo spettro da affrontare.

Le reazioni sono state tutte molto positive, sia da parte del gruppo dei familiari che, avvisati dell’idea, si sono detti entusiasti sia da parte degli ospiti: per loro, vedere il volto del proprio caro è sempre un momento emozionante, mette tranquillità perché possono vedere con i loro occhi che la vita va avanti, che la moglie sta cucinando per i figli, che il figlio sta curando il giardino. È anche un segnale che tutto è come prima, seppur con limitazioni, e che dietro a queste assenze non c’è qualcosa che si vuole nascondere.

Per fronteggiare le emergenze più disparate siamo portati a trovare mille soluzioni ma probabilmente questa modalità di interfacciarsi con i familiari potrebbe diventare un appuntamento fisso anche con lo scopo di riportare i nostri utenti all’interno delle loro case, seppur virtualmente.