«NON POSSO PIÙ STARE SENZA I “MIEI” NONNI E NONNE»

Debora, operatrice della Casa di Riposo del Divino Amore, fin dal 2010, racconta la sua esperienza accanto agli ospiti della struttura

 

“Qui dentro ci sono state e ci sono tutt’ora le mie più grandi soddisfazioni. Mi sento pienamente realizzata sia professionalmente che umanamente”. È davvero emozionata quando lo dice Debora, una ragazza di origini sarde che dal giugno del 2010 lavora come educatrice nella Casa di Riposo del Divino Amore, gestita dalla Nuova Sair. Quando arrivò, la struttura era attiva soltanto da un paio di mesi e quindi Debora è cresciuta insieme a lei, tanto che oggi la chiama “casetta”.

 

Qui – racconta – mi sento davvero come a casa. Il mio percorso di vita e di studi mi ha portato a lavorare qui e non potrei essere più felice. Posso mettere in pratica tutta quella che è stata la mia formazione umana e culturale, posso condividere con le persone che sono qui momenti ed esperienze indimenticabili”.

La Casa di Riposo del Divino Amore, infatti, ospita 24 anziani che qui, però, non sono soltanto assistiti e accuditi nei loro bisogni principali, ma vengono anche stimolati per far recuperare loro il proprio vissuto, così da sentirsi ancora pienamente attivi.

“Il nostro ruolo di educatori – spiega Debora – è proprio questo. Noi non dobbiamo semplicemente ‘tenere occupate’ queste persone, è un modo di dire e di fare davvero brutto. Noi dobbiamo rianimare un vissuto che, secondo loro, dentro una casa di riposo si ferma, ma che invece prosegue eccome. Dobbiamo stimolarli cercando di conoscerli e partendo da un principio di condivisione delle proprie esperienze, per poi metterle in pratica in ambito ludico, di attività di animazione.

Da quando sono qui abbiamo fatto numerosissimi laboratori, teatrali ma non solo, che da sempre coinvolgono tutti gli ospiti e sono espressione della loro quotidianità. Da una semplice lettura di un giornale può nascere un’idea da sviluppare. Ad esempio, una mattina abbiamo letto articolo che riguardava la Piramide Cestia, e da lì abbiamo estrapolato alcuni personaggi e poi articolato una commedia che è stata infine messa in scena da loro. I nostri ospiti sono i protagonisti di ogni cosa, realizzano la scenografia, i testi e poi diventano anche attori, cantanti e ballerini. Devo dire che sono riuscita a fare di tutto e di più qui dentro. Man mano poi che la conoscenza si è rafforzata ed è cresciuto il rapporto di fiducia, sono diventati loro stessi che la mattina mi vengono a chiedere cosa fare o proporre attività che vanno dal teatro fino alle feste a tema, il karaoke e molto altro. E viene creato tutto qui, con materiali di riciclo e tanta fantasia.

Un tipo di lavoro che crea legami forti con tutti gli ospiti. Debora, però, non può negare un rapporto speciale con una coppia di anziani che è presente nella casa fin dal giorno del suo arrivo.

“Fulvia e Giovanni – racconta – sono una coppia che è qui da quando la struttura è stata aperta. Fulvia compone poemi, piccole storielle, poesie e canzoni, mentre Giovanni è un grande interprete. Sono affezionata indistintamente a tutti gli anziani che sono qui e sono stati qui, però è chiaro che chi è presente da più anni mantiene vivo il sentimento che provo fin dal giugno 2010.
In tutti questi anni sono accadute tantissime cose, tantissimi momenti impossibili da dimenticare per quanto fossero semplici attimi di quotidianità. Mi viene in mente ad esempio la volta in cui accompagnai Pierino in giardino e misi la musica sul mio telefono: lui iniziò a ballare con il suo bastone e in poco tempo ha coinvolto anche le persone che passavano lì per caso, compresi gli operatori della struttura. Sono momenti che ricorderò per sempre, così come lo faranno loro e le loro famiglie.
Una figlia alla quale mostrai un video di suo padre che giocava e si divertiva mi disse una volta: grazie per aver documentato un lato di mio padre che non avevo mai visto! Questo per noi è bellissimo e dimostra anche come con le famiglie ci sia un rapporto molto aperto, ci teniamo a far sapere loro che i propri cari stanno bene. In ogni relazione qui c’è una grande empatia umana che fa da cardine a tutto il nostro lavoro”.

A contraddistinguere l’impegno degli operatori della Casa di Riposo, poi, c’è anche una grande apertura verso l’esterno:

“In passato – dice Debora – abbiamo organizzato gite e giornate fuori porta. Ma poi anche tante attività di condivisione col territorio. A volte vengono qui delle classi di una scuola dell’EUR e i nonni con i bambini si scambiano storie, racconti ed esperienze. È un legame intergenerazionale molto bello.
Così come è stata splendida la giornata nella quale i nostri anziani hanno conosciuto i ragazzi disabili del presidio di Via Dionisio, sempre gestito dalla Nuova Sair. Erano tutti sorridenti ed estremamente felici, e questo rende contenti anche noi operatori a nostra volta”.