In una struttura di Camerano (Ancona) hanno introdotto la terapia nata in Svezia che aiuta ad attenuare alcuni dei più frequenti disturbi comportamentali dei malati
Si chiamano bambole empatiche e sono in grado di risvegliare l’istinto di accudimento. Il collo è mobile e il peso e lo sguardo sono simili a quelli di un bambino vero. Anche il loro corpo è morbido. Viene quasi naturale abbracciarle e cullarle. Quando le prendono tra le mani, nel corso di sedute terapeutiche speciali, tre a settimana per la durata di un’ora ciascuna, i pazienti affetti da Alzheimer della casa di riposo «Fondazione Ceci», a Camerano, in provincia di Ancona, sembrano più tranquilli e interagiscono meglio con gli altri uscendo dall’isolamento. Dea, 86 anni, malata da tre, una vita nei campi, ha smesso di vagabondare senza meta nei corridoi. Francesco, 90 anni, ex agente di commercio, con la moglie che da sola non può più tenerlo a casa ma va da lui tutti i giorni, non piange più. Franca, 92 anni, insegnante di inglese in pensione, sorride ed è più attenta. L’unico che ancora fa fatica ad accettare la novità è Dario, 89 anni, una volta impiegato nelle ferrovie, ripete sempre che lo lascino perdere perché lui è «cotto», ma non si può dire che abbia rifiutato, anzi.