A Casa Breda, la residenza che a Padova ospita persone affette da gravi patologie neuromuscolari, l’emergenza sanitaria ha reso più stretta la relazione fra utenti e operatori Nuova Sair. Da un anno, infatti, i 23 pazienti affetti da Sla e Sclerosi multipla, hanno contatti fisici esclusivamente con i 30 sanitari della cooperativa tra medici, tecnici della riabilitazione, educatori e operatori che lavorano nella struttura a Brusegana. «Una carezza, in tempo di pandemia, ha un valore enorme – dice Chiara Bazza, coordinatrice infermieristica Nuova Sair – per i pazienti che la ricevono è la più grande rassicurazione, per noi quel contatto è il sollievo dalla fatica. Da un anno – continua – a Casa Breda affrontiamo nuove sfide. Il covid ha imposto una nuova quotidianità, spesso difficile per i nostri pazienti che, oltre alla complessità della malattia, vivono l’enorme difficoltà di non poter incontrare in presenza i familiari e gli amici.  Ovviamente si interrogano, sono diventati più riflessivi, ma allo stesso tempo mostrano e mantengono la grinta che gli permette di superare gli ostacoli della malattia. Oltre alla riabilitazione sanitaria, organizziamo molte attività educative e assicuriamo frequenti contatti con il mondo esterno attraverso le videochiamate. Nella contingenza ogni progresso è un successo enorme: il mese scorso abbiamo accolto una donna non più giovanissima, allettata da 6 mesi. Ora si muove in carrozzina, è autonoma nelle sue pulizie e riesce persino a lavarsi i denti. Sono questi – conclude l’infermiera – i miracoli di Casa Breda».

Casa Breda

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