Stiamo vivendo un tempo difficile e complesso che pone ognuno di noi di fronte a situazioni nuove e critiche. L’emergenza sanitaria e umana provocata dal Coronavirus si è ormai allargata a tutto il nostro paese e non solo. È un’emergenza mondiale. Questo è un momento complicato per il nostro Paese, per le persone colpite dal coronavirus e per tutti quelli che ne soffrono le conseguenze a tanti livelli.

Con il prolungarsi dell’emergenza Covid 19, il Servizio di Riabilitazione Domiciliare Nuova Sair sta cercando, nel rispetto della scelta dei pazienti che hanno voluto interrompere la terapia a domicilio per paura di contrarre infezione da coronavirus, di mettere in campo le azioni necessarie perché, tra le persone più fragili e malate, nessuno sia lasciato solo.

In particolare ci rivolgiamo ai pazienti della riabilitazione domiciliare, che più di tutti, per le loro disabilità complesse, vivono giorni difficili e disorientanti. Uno dei problemi di questa emergenza è che le normali attività sanitarie sono di fatto diradate, come ad esempio molti ambulatori ospedalieri chiusi. Questo sta penalizzando i più deboli, in particolare i nostri utenti affetti da patologie croniche. Proprio per questo il nostro prendersi cura, anche se non può avvenire con gli interventi riabilitativi quotidiani, perché i nostri pazienti evitano il più possibile contatti con l’esterno, presenta una serie di nuove azioni di prossimità e vicinanza che ci permettono di essere sostegno per gli utenti, sotto diverse forme e con l’ausilio di diverse figure professionali.

Innanzitutto per i pazienti che possono svolgere attività riabilitative fisioterapiche basate su una buona componente di fisioterapia attiva sono state attivate sedute di teleriabilitazione in cui fisioterapisti e terapisti occupazionali guidano il paziente in videochiamata negli esercizi motori e cognitivi per continuare il proprio percorso riabilitativo sino a quando non si sentiranno sufficientemente sicuri da accogliere il terapista all’interno delle mura domestiche.

Come equipe multidisciplinare sentiamo che proprio il tempo che stiamo vivendo, ci pone la responsabilità di accrescere il nostro legame, con chi abbiamo in cura, per resistere al meglio insieme, congiuntamente. Segno di questo è l’inizio di un lavoro di supporto on line, attraverso l’uso di strumenti come la videochiamata.

Nasce quindi un sostegno psicologico, che avviene su chiamata del professionista, per accogliere le tante paure e preoccupazioni del paziente o del caregiver, fornendo chiavi di letture per non vivere in solitudine le angosce di questo tempo. La psicologa, per vivere più concretamente questo sostegno, utilizza la video chiamata, come strumento di vicinanza che supera la distanza della semplice telefonata.

Svolgendo questi colloqui con i nostri pazienti, abbiamo notato la solitudine ancora più accentuata dei caregiver, che molto spesso per paura del contagio, hanno rifiutato gli interventi di assistenza domiciliare sociale, assumendosi, loro malgrado, il carico di tutti i bisogni complessi dei loro congiunti. In considerazione di questa assistenza esclusiva da parte dei familiari degli utenti, il servizio di sostegno ai caregiver ha intrapreso un percorso iniziato nel mese di gennaio 2020 che usa tecniche di rilassamento e meditazione guidata finalizzate alla gestione dello stress.

Anche in questa situazione di isolamento causata dall’emergenza Covid i professionisti del progetto “meditazione per i Caregivers” (Psicoterapeuta e Insegnante di Meditazione) hanno traslato l’intervento utilizzando gli strumenti tecnologici di cui sopra.

Questo ha permesso di offrire ai familiari un momento personale, per sé, e di interrompere il lavoro assistenziale verso i loro cari, con uno spazio rigenerativo, di rottura con la monotonia delle giornate in casa.

Altra azione promossa, nella sua importanza, è stata la consulenza telefonica dell’assistente sociale, rivolta soprattutto ai pazienti più vulnerabili e svantaggiati. In particolare si sta svolgendo un servizio di segretariato sociale, per fornire al paziente e alla sua famiglia, tutte le indicazioni per ricevere beni primari a domicilio, compresi soprattutto farmaci e viveri. In generale il servizio sociale è attento alla situazione di esclusione che vive l’utente, cercando di attivare la rete istituzionale e informale, per rispondere a situazioni di emergenza sociale. Il servizio domiciliare ha attivato anche interventi di riabilitazione a distanza, coinvolgendo i propri professionisti, con i pazienti e i loro familiari, per continuare in videochiamata il percorso di riabilitazione, fornendo tutta una serie di indicazioni in tal senso.

Queste particolari circostanze d’isolamento della famiglia diventano una ulteriore fonte di stress in presenza di minori disabili o con problemi comportamentali. Le restrizioni richieste ed a cui le famiglie sentono di voler aderire per rispondere all’emergenza sanitaria nazionale, comportano frequentemente il disorientamento e la difficoltà di fronteggiare la situazione già di per se complessa. Ecco che il supporto e la consulenza a distanza possono costituire una occasione di riflessione in uno spazio nuovo, virtuale ma reso familiare dalla pregressa alleanza. Inizialmente questo spazio sembra utile per condividere il disagio, l’isolamento, successivamente, possono subentrare fasi fisiologiche di adattamento. Si possono recuperare obiettivi condivisi per il benessere del ragazzo. In questo senso può assistere anche a progressive trasformazioni. Dal momento di abbattimento o confusione si può procedere verso occasioni di ristrutturazione e revisione di priorità e verso modalità più funzionali. La possibilità di rilanciare obiettivi individuali sia per gli adulti che per i ragazzi in circostanze particolari come quelle che stiamo vivendo mostra risultati appena visibili nelle famiglie seguite, ma diventa fonte di incoraggiamento nel mostrare il passaggio da possibili stati d’ansia o vissuti pessimistici se non catastrofici a possibili riformulazioni del senso di ciò che si sta vivendo, fino a vissuti positivi e più leggeri seppure per tempi minimi.

La motivazione, alla base di questo lavoro, è determinata dalla volontà della Nuova Sair di continuare a stare vicini ai pazienti, con tutti i mezzi che si hanno a disposizione. È un tempo in cui è necessario stare vicini, cioè telefonare, scambiare un messaggio, informare, videochiamare. È il tempo di essere più attenti, per vincere la distanza e l’esclusione e per dare professionalità, ma anche calore umano, a chi è nella solitudine della propria malattia.