A un anno dall’inizio della pandemia, Rita racconta la sua esperienza con la madre Augusta, entrata nella Casa del Divino Amore pochi giorni prima dell’annuncio del lockdown

Rita ha 53 anni ed è già nonna del piccolo Ludovico, nato dalla prima delle sue 2 figlie. Agli impegni familiari e domestici aggiunge il lavoro. I suoi meravigliosi occhi azzurri tradiscono l’entusiasmo per la vita, la gioia per le cose che fa, la determinazione con cui organizza le giornate nel tempo che non basta mai. Gli occhi di Rita sono luminosi come quelli di sua madre Augusta che le ha insegnato a essere donna e madre, a vivere intensamente e con il sorriso ogni attimo dell’esistenza. Per Rita, mamma Augusta è un punto di riferimento, anche oggi che è ospite nella Casa del Divino Amore dove vive da poco prima che la pandemia sconvolgesse la loro vita e l’esistenza di tutti.

«Non ricordo esattamente una sensazione precisa all’annuncio del lockdown ma appena mi fu chiara la straordinarietà della situazione realizzai che non avrei potuto vedere e abbracciare mamma Augusta, lei solo da pochi giorni nella Casa Divino Amore, io nella nostra casa romana – dice Rita -. Subito, però, su qualunque altro pensiero prese il sopravvento una certezza che ancora oggi mi tranquillizza: mentre la pandemia infuriava e in tv passavano le immagini dei camion militari con i morti, mamma era protetta, accudita, assistita».

Mamma Augusta vive nella Casa da febbraio 2020. Nel Paese non si erano ancora manifestati i primi casi di polmonite virale e il pensiero di sollevare Rita dall’incombenza di doverle badare nel quotidiano, le aveva fatto scegliere la Casa Divino Amore. La dimensione familiare dell’assistenza, la cucina casalinga, le attività quotidiane, l’assistenza anche notturna, le opportunità di una quotidianità più a misura di anziano confortavano la famiglia nella scelta. Ma la pandemia è certamente un’altra cosa.

«Da subito fummo rassicurati – prosegue Rita – Mamma Augusta e gli altri ospiti vivevano bene il lockdown nella corte e in giardino dove svolgevano tante attività all’aperto. E nelle videochiamate potevamo verificare i cambi continui di mascherine, camici e calzari delle operatrici, attentissime per non portare dentro il virus. Insomma, nella tragedia che l’Italia viveva, avvertivo la sensazione di aver fatto la cosa giusta, di aver lasciato mamma Augusta in buone mani».

A distanza di un anno, pure in queste condizioni estreme, Augusta si è ben inserita e con la sua verve rallegra ospiti e operatrici. E’ attivissima nel laboratori educativi, scrive poesie, segue l’attualità politica, i people show del pomeriggio, la Roma di cui è tifosissima… ed è sempre protagonista se si tratta di cantare, ballare, farsi scattare fotografie per il giornalino della Casa o per le locandine informative. Tra le prime a fare il vaccino contro il covid, Augusta insieme agli altri ospiti aspetta di poter tornare all’ordinario e di fare nella Casa tutto quello che la pandemia le ha negato.

«Il vaccino ci dà molta speranza di poter pranzare insieme la domenica, come hanno fatto altre famiglie prima della pandemia – conclude Rita – con le nostre figlie, i nostri nipoti. Un sogno: l’incontro tra mamma Augusta e il piccolo Ludovico, una passeggiata tutti insieme nei giardini del comprensorio».