La paura per un intervento chirurgico programmato e la conseguente riabilitazione, si trasformano sin da subito in un’esperienza positiva per il signor Ubaldo che, tre giorni dopo l’operazione al San Filippo Neri, viene sorpreso da una incredibile notizia: sua moglie ha riportato la frattura del femore, inciampando in un gradino mentre andava a trovarlo. Marito e moglie, dunque, vengono ricoverati nel reparto di Medicina Riabilitativa Post Acuzie del nosocomio romano, al cui interno operano 40 tra infermieri, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti e OSS Nuova Sair. La stanza dove vengono alloggiati per diverse settimane si trasforma, nell’immaginario del signor Ubaldo, in una camera d’albergo e le cure sanitarie assumono la dignità del pieno e amorevole accudimento.

In una bella lettera che vi invitiamo a leggere, il signor Ubaldo scrive: Ogni minuto trascorso fa parte di una bella storia di sanità, di persone e di professionisti, di donne e di uomini, soprattutto di giovani e giovanissime ragazze e ragazzi, quotidianamente impegnati in un lavoro duro e difficile che hanno intrapreso, consapevolmente, per loro scelta. Sicuramente io devo essere grato a tutti per avere curato e guarito me e mia moglie, ma quello per cui voglio ringraziarli, in modo particolare, è per quello che medici, fisioterapisti, infermieri e OSS regalavano, sempre, a tutti, e che non era previsto da alcun contratto di lavoro né da alcun obbligo etico. Io li voglio ringraziare per quel sorriso dietro la mascherina, quel sorriso che non mancava mai in ogni incontro, quel sorriso che si percepiva da quel lieve strizzare degli occhi e che tanto bene faceva a chi viveva, in quei reparti ospedalieri, giorni, purtroppo, difficili. Grazie a tutti.

(L’Ospedale San Filippo Neri. Fonte foto: wikipedia)